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Relazione sul Miele

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Relazione sul Miele



Che cos’È il miele?

Il Miele È una soluzione zuccherina, spessa e dolcissima, prodotta da alcune specie d'apolide per nutrire le loro larve e come riserva di cibo per la sopravvivenza durante l’inverno. Il nettare dei fiori È prelevato dalle api operaie ed È trasformato in miele dentro una speciale sacca contenuta nel loro apparato digerente. Viene poi immagazzinato in favi all’interno dell’alveare.

Il miele d’api È un elemento importante nella dieta di molti animali, come gli orsi ed i tassi, e dell’uomo. Alcuni tipi di formiche e d'afidi producono una sostanza simile al miele, da elementi presenti nei fiori, nelle essudazioni resinose delle piante o nelle secrezioni dolci d'altri insetti.

Vediamo adesso in particolare il miele d’api e da cosa È composto:

Il miele d’api È composto di fruttosio, glucosio e acqua in proporzione variabile; contiene, inoltre, alcuni enzimi e oli essenziali. Il colore e il gusto, dipendono dalla fonte dalla quale È estratto il nettare, e da quanto tempo il miele stesso È stato prodotto. Quello di colore chiaro in genere È piÙ pregiato di quello scuro. Fra i tipi piÙ diffusi in Italia esistono: il miele d'acacia o di robinia, piuttosto liquido, giallo paglierino con sfumature verdi, tipico delle Prealpi, degli Appennini liguri e piemontesi; il miele d'agrumi, tipico di Sicilia, Calabria, Sardegna, spalmabile, ma anche a grana grossa (cristallizzato si presenta bianchissimo), quello d'eucalipto , prodotto nel centro-sud e in Sardegna, liquido, di tonalitÀ ambra chiaro, (lo diventa ancora piÙ con la cristallizzazione), il miele di castagno, diffuso in tutta Italia, dal colore ocra chiaro con sfumature rossastre, e dal sapore molto intenso, con un retrogusto amarognolo.

Il miele ha un valore calorico pari a 3307 cal/kg. Assorbe facilmente l’umiditÀ dell’aria ed È pertanto utilizzato come agente umidificante per il tabacco. Stando a temperatura ambiente, il glucosio tende a cristallizzare separandosi da uno strato non cristallizzato di fruttosio sciolto. Prima di essere messo in commercio il miele È riscaldato a 66 ºC, per sciogliere i cristalli eventualmente presenti, e viene quindi versato in contenitori che sono sigillati per prevenire la cristallizzazione.

Il miele puÃ’ essere venduto nel favo originale oppure puÃ’ essere estratto tramite centrifugazione; in tal caso È denominato “miele centrifugato”. Talvolta nei vasetti di miele liquido È lasciato un pezzetto di favo in sospensione.

Il cibo degli DÈi

Nel corso dei secoli l’uomo ha imparato ad utilizzare il leggendario “cibo degli dei” in innumerevoli modi diversi; ingrediente fondamentale delle bevande tradizionali di ciascun paese si passa poi all’utilizzo come tonico per la pelle ad elisir assoluto. Gli antichi Egizi lo tenevano in cosÃŒ alta considerazione da offrirlo in sacrificio agli Dei, mentre greci e romani lo apprezzavano quale rimedio terapeutico polivalente e prodotto di bellezza, oltre che come elemento indispensabile in cucina.

Il miele ha ispirato molte leggende affascinanti e racconti sui suoi poteri magici sono stati tramandati nella storia. Le civiltÀ antiche, consapevoli del valore del miele, idearono nuovi modi d'impiego sia come alimento sia per usi esoterici o terapeutici. Gli egizi scoprirono la sua utilitÀ nell’arte dell’imbalsamazione dei defunti: durante la sepoltura dei faraoni accanto al sarcofago venivano posti dei vasi contenente il pregiato nettare che insieme con altre cibarie servivano per il lungo viaggio verso l’altra vita. Grandi filosofi e scienziati del passato quali Aristotele e Ippocrate furono attratti dalle laboriose api, che racchiusero nelle arnie al fine di studiarne la complessa vita sociale, prelevandone il miele per il consumo personale, avendone compreso il potere curativo e le caratteristiche terapeutiche. Gli antichi greci, e romani ebbero l’intuizione di trasferire il miele dalla tavola al gabinetto medico.

Avvalendoci delle loro ricette, ancora oggi possiamo produrre dei medicamenti, ausili sempre validi per migliorare nella salute, nella vitalitÀ e longevitÀ. Al miele si ricorreva anche per le sue proprietÀ nella cosmesi: bellezze leggendarie quali Cleopatra e Madame Du Barry: sono solo alcune delle innumerevoli donne che nel corso dei secoli hanno sfruttato il potere depurativo del miele nei loro trattamenti estetici.

Tuttavia nell’antichitÀ la sua importanza È soprattutto simbolica: Nella mitologia nordica troviamo l’idromele (melikraton) ottenuto da un miscuglio di sangue e di miele. E c’È anche una Idromele, isola immaginaria al largo di Pohiola abitata dalle api ed inaccessibile agli uomini.

Virgilio definirÀ il miele come “dono celeste della rugiada” ed È legato all’Iniziazione ed al battesimo. Isaia profetizza la venuta del Cristo dicendo: “Pertanto il Signore stesso vi darÀ un segno. Ecco: la vergine concepirÀ e partorirÀ un figlio, che chiamerÀ Emmanuele. Egli mangerÀ panna e miele , finchÈ non imparerÀ a rigettare il male ed a scegliere il bene[3] .

Il miele riveste un simbolo di dolcezza, È molto spesso È anche associato al latte e designa la terra felice e feconda: la terra promessa.

Nella tradizione greca la leggenda dice che Pitagora si nutriva di solo miele, inteso nei due sensi, ovvero spirituale e corporeo. Porfirio scrive che al momento dell’Iniziazione “si versa sulle mani degli iniziandi non acqua, ma miele, per lavarli Inoltre, con il miele si purifica la lingua da ogni errore[4]. Lo stesso Porfirio aggiunge che il miele È simbolo di morte e di vita ; ma È anche simbolo di torpore e di luciditÀ , e viene offerto agli Iniziati di grado superiore come segno di vita nuova . CosÃŒ anche nei Misteri di Mitra in occasione del passaggio ai gradi iniziatici di Leone e Persiano, le purificazioni invece che con l’acqua avvenivano con il miele. A Sparta il miele veniva utilizzato per l’imbalsamazione dei re. Nell’Inno a Hermes il miele È considerato il “cibo sacro dei numi”. Per Pindaroil piccolo Iamos ha ottenuto il dono della divinazione perché serpenti lo avevano nutrito con il miele

Euripide dichiara che le Baccanti una volta raggiunto uno stato di suprema esaltazione, erano capaci con il tirso di far uscire “rivi di latte, mentre i tirsi intrecciati di edera distillano la dolce rugiada di miele .

Nella Bibbia, Sansone scopre nel cadavere del leone da lui abbattuto uno sciame d’api e di miele (Giudici, 14,8). Il popolo fedele È saziato da Dio con “miele di roccia” (Salmi, 81,17). Giovanni il Battista nel deserto si nutre di cavallette e di miele selvatico (Matteo

Al miele naturalmente sono associate anche le api. Le stesse sacerdotesse di Cibele erano chiamate Melissai cioÈ api[9]. L’ape rappresenta anche l’anima che, discesa nel mondo della genesi, medita la riascensione, ed È quindi un simbolo che ben si addice alla sacerdotessa di Demetra .

Il miele tra la bellezza e la cucina odierna

Le donne contemporanee sanno di poter trovare il miele fra gli ingredienti: sia delle creme in commercio sia dei prodotti confezionati a livello domestico. Naturalmente tutti questi prodotti non esisterebbero senza l’ingegnosa ape che vola di fiore in fiore instancabile raccogliendo il polline per poi trasformarlo nel tanto apprezzato nettare, mediante un processo simile alla sintesi alchemica. Noi uomini abbiamo sfruttato tali capacitÀ magiche con l’apicoltura ed oggi possiamo avere tantissime varietÀ di miele proveniente da tutto il mondo, ognuna delle quali ha un gusto ed un aroma peculiare. Tutti apprezzano il gusto che esso conferisce ai cibi quotidiani, il sapore di pane e miele ad esempio possono ricordare l'infanzia.

Le ricette storiche prevedono altri abbinamenti insoliti; lo scrittore Apicio notoriamente un buongustaio, riuscÃŒ ad allestire un intero banchetto con piatti a base di miele. Anche se (aggiungo io) alcune delle sue preparazioni esotiche, quali la tartaruga al miele cotta al forno o il pavone in salsa di miele, potrebbero sembrare tutt’altro che appetitose. L’inventiva che esse dimostrano È considerevole; il miele aggiunge una certa ricchezza di sapore e gusto a molti cibi salati o dolci, semplici spuntini da consumare in qualunque momento della giornata, carne e pollame, deliziosi dessert, dolci squisiti e bevande gradevoli. Con tutti questi impieghi non c’È da stupirsi se questo prodotto continui ad avere gran fama, tanto piÙ che un numero crescente di persone sta scoprendo il motivo per cui era ritenuto indispensabile dalle popolazioni antiche.

Oggi il miele È apprezzato come prodotto genuino e naturale, meno lavorato e meno calorico che qualsiasi altra sostanza dolcificante, È un bene di consumo fondamentale, con una produzione annua mondiale pari a circa un milione di tonnellate.

Bibliografia consultata

Enciclopedia Encarta 1998, Microsoft© Corporation

J. Chevalier - A. Gheerbrant, Dizionario dei Simboli, Rizzoli, Milano 1986.

Nicola Turchi Le religioni misteriosofiche del mondo antico, I Dioscuri Edizione, Genova 1987

Massimo Centini, Animali Uomini Leggende, Xenia ed., Milano 1990.

Victor Magnien I Misteri di Eleusi, Edizioni AR, Salerno 1996.

Jean Charlton, Il miele, Edizioni Italiana, Milano 1995.

Tutti i riferimenti agli autori antichi sono stati presi dai testi del Magnien e del Turchi.

Sommario 

Che cos’È il miele?  1

Il cibo degli DÈi 3

Il miele tra la bellezza e la cucina odierna  6

Bibliografia consultata 7

IST. PROF. DI STATO PER I SERVIZI ALBEROGHIERI E DELLA RISTORAZIONE

'Giuseppe Casini'

Via O. Matteotti, 57

LERICI (SP)

Cofanetto mandorlato al miele

Ingredienti:

30 grammi burro fuso

1/3 di farina di castagna

2/3jarina bianca

litro di latte

Sale q. b.

8 uova

Amaretto di Saronno q.b.

limone

Per la lavorazione:

60 grammi di ricotta

30 grammi di Zucchero

i cucchiaino di miele

scorza di limone

5 grammi di filetti di mandorle

2 cucchiaini di burro di mandorle

Cointreau q. b.

Preparazione

(per le crespelle)

Mettere i due tipi di farina in una ciotola ed unire poco latte alla volta, per evitare grumi.

Unire le uova, amalgamare, poi incorporare il burro, una presa di sale ed uno spruzzo di Amaretto di Saronno.

Lasciar riposare il composto almeno 1 ora, meglio 2.

Cuocere delle crespelle sottili in padella anti aderenti.

Esecuzione:

Far caramellare lo zucchero. Unire il burro di mandorle aiutandosi con il mezzo limone. Cuocere a fuoco vivo e far sciogliere lo zucchero, per poi mettere velocemente le crespelle, inserendo la ricotta con il miele. Piegarla in quattro. Quando le crespelle sono cotte flambare con il Cointreau. Mentre la fiamma È ancora attiva, spolverare dall'alto con dello zucchero. Servire infine in piatti caldi.

Mise en place:

Forchetta e cucchiaio a dessert

Piatto piano.



L’acacia fa parte di un genere di leguminose, appartenente alla famiglia delle Mimosacee; per la maggior parte delle 1200 specie che lo compongono, per lo piÙ alberi e arbusti, provengono dall’Australia o dall'Africa centrale e in Italia È coltivata nelle zone litoranee, al Centro e al Sud. Una tra le specie piÙ note È la mimosa, che viene venduta come fiore reciso in occasione della festa della Donna l’8 marzo.

Eucalipto: È una denominazione comune che riguarda un genere di piante che appartiene alla famiglia delle Mirtacee e comprendente circa 660 specie, originarie della lontana Australia e Tasmania. Gli eucalipti sono caratterizzati da un gradevole profumo balsamico e da foglie di forma variabile, rigide, glabre, penninervie; una volta raggiunta l’etÀ adulta assumono una posizione verticale e talvolta si ricoprono da una cera biancastra. Tra le varie specie l'Eucalyptus globosa (che si presenta con una corteccia liscia e lucida, che si stacca a placche o a strisce) È una delle specie piÙ diffuse in Italia.

Isaia, 7, 14-15.

J. Chevalier - A. Gheerbrant, Dizionario dei Simboli, Rizzoli 1986, voce miele.

Porfirio Sull’Antro delle Ninfe,

Fozio Biblioteca, Codex XCIV.

Euripide Baccanti, 142, 149; Porfirio Sull’Antro delle Ninfe, cap. 15.

Euripide, ibidem, 699-711, cfr. Da Nicola Turchi Le religioni misteriosofiche del mondo antico, pag. 25.

Massimo Centini, Animali Uomini Leggende, Xenia ed., Milano 1990.

Victor Magnien I Misteri di Eleusi, Edizioni AR, pag. 154.



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