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LA RIPRODUZIONE DELLE PIANTE
La riproduzione sessuata delle piante
L’impollinazione
Il fiore è l’elemento della pianta che contiene gli organi della riproduzione. Per potersi riprodurre la pianta deve ricevere il polline dal fiore di un’altra pianta della stessa specie: questo processo si chiama impollinazione.
La fecondazione
Quando un granulo di polline cade su un pistillo, emette un sottile filamento che penetra in esso e va a raggiungere l’ovario, dove si fonde con l’ovulo: si ha così la fecondazione. A questo punto i petali si seccano e cadono. Anche lo stilo e lo stigma si seccano e resta solo l’ovario, che cresce e s’ingrossa fino a diventare un frutto.
Chi trasporta il polline? Gli insetti per nutrirsi, volano da un fiore all’altro alla ricerca del nettare, una sostanza zuccherina prodotta dal fiore. Le piante usano il profumo e il colore dei fiori per attirare gli animali.
Durante la sosta sui fiori, i piccoli visitatori si coprono di granuli di polline che poi trasportano e depositano su un altro fiore. Anche gli uccellini che si posano sui rami fioriti, spostandosi da una pianta all’altra, possono trasferire il polline. L’impollinazione può avvenire, inoltre, grazie al vento, che trasporta il polline anche molto lontano dalla pianta madre.
Dall’ovulo al frutto
Dopo la fecondazione, la pianta si preoccupa di proteggere e sviluppare l’ovulo: l’ovario s’ingrossa, si arricchisce di sostanze nutritive e dà origine al frutto. Il frutto ha l’importante funzione di proteggere i semi e di facilitarne la loro diffusione.
La riproduzione asessuata delle piante
Non sempre per far nascere una pianta servono i semi. Ad esempio i gerani, che sono usati, di solito, per abbellire i balconi, non nascono da semi ma da rametti tagliati da altri gerani. I rametti, dopo un po’ di tempo, fanno crescere le radici e si trasformano in vere e proprie piante. Questo tipo di riproduzione, detto “talea”, è spesso usato in agricoltura. Quindi, per far nascere una nuova pianta non sempre occorre la fecondazione di cellule sessuali d’individui diversi, ma basta un unico genitore.
Un altro tipo di riproduzione asessuata usata nelle coltivazioni è la “propaggine”. Consiste nell’interrare un ramo della pianta madre, mantenendolo collegato ad essa fino a quando, cresciute le radici, diventa autonomo. Questo tipo di riproduzione non è stato inventato dai coltivatori, ma si ritrova facilmente in natura nelle piante spontanee.
Le fragole, ad esempio, si riproducono per mezzo di fusticini striscianti chiamati “stoloni”, i quali hanno la capacità di emettere radici, dando origine a nuovi individui.
Un altro metodo per riprodurre una nuova pianta è la “margotta”: si pratica un taglio su un ramo della pianta, si sigilla con una foglio di plastica impermeabile con dentro della terra e si aspetta uno o due mesi. A questo punto si leva il foglio di plastica, si taglia il ramo e si pianta.
I vantaggi della riproduzione asessuata sono molti: per esempio si possono ottenere tante piante uguali a una pianta resistentissima alle malattie e che produce molti frutti.
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