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L'ultima intervista a Brandon Lee
Non so se fosse destino che interpretassi questo ruolo ma mi ritengo fortunato di averlo fatto
Il corvo, l'uccello che si vede nel film può essere considerato come una guida, quasi una parte della personalità di Eric che lo riaccompagna nella sua vita per ricordargli chi era e che cosa gli è capitato.
Eric è un personaggio che è spinto al limite delle sue capacità per far fronte a ciò che gli succede, in un certo senso è un pazzo, a volte è completamente folle, così come si può giudicare un folle una persona che sente delle voci, delle voci razionali che vogliono guidarla e delle voci irrazionali che provengono da un livello più emotivo, da un livello più profondo. Secondo me il corvo è la voce razionale, il corvo è la sua guida, il corvo aiuta Eric a fare ciò che deve fare in maniera molto pratica, lo conduce nei posti che deve raggiungere, lo aiuta a trovare le persone che deve trovare.
E' una storia che parla della giustizia per le vittime, la sua missione è di trovare gli uomini che hanno ucciso lui e la sua fidanzata per vendicarsi.
E' un ruolo fantastico ed è un ruolo che comporta dei rischi per chi lo interpreta, ti dà l'occasione di rischiare e di metterti alla prova perchè nessuno sà come si comporta una persona che torna dall'aldilà. Una delle cose più belle dell'interpretare questo ruolo è che è veramente un continuo lottare, fare a pugni con il personaggio stesso, perchè non esistono regole che indicano come si deve comportare un attore per interpretare il personaggio di uno che torna dal regno dei morti.
C'è una parte di Eric che è piena di rabbia, rabbia per quello che ha subito, ma una delle cose che più mi piacciono in questo film è l'equilibrio con cui tutti i vari aspetti del carattere del protagonista vengono trattati. E' un uomo tormentato, un uomo straziato nelle emozioni, nel fisico e nella mente.
Credo che il fascino del personaggio stia nella purezza che caratterizza la sua missione: Eric è tornato per rivendicare giustizia. Ho lavorato in altri film dove c'era della violenza, ma devo dire che mai come in questo ho pensato che la violenza fosse tanto giustificata, è un film che lascia poco spazio alla pietà. Questa è giustizia, ne sono assolutamente convinto, come sono convinto che se fossi io in quella situazone mi comporterei nello stesso modo.
Eric ha un compito da assolvere e si vede costretto ad ignorare il suo dolore per portare a termine la sua missione.
Nel film vedo un concetto di equilibrio tra il bene e il male. Siccome non sappiamo quando moriremo siamo portati a pensare alla vita come ad un pozzo inesauribile, eppure ogni singolo fatto accade solo per un certo numero di volte, e spesso si tratta di un numero limitato: quante volte ci ricordiamo di un certo pomeriggio della nostra infanzia, un pomeriggio così profondamente parte del nostro essere, senza il quale non riusciremmo nemmeno a concepire la nostra esistenza, forse quattro, cinque volte, forse anche di meno. Quante volte vediamo sorgere la luna piena, forse venti, eppure tutto ci sembra senza limite. E' questo il punto di vista che adotta il personaggio per tutta la durata del film, poichè si rende perfettamente conto di quanto sia prezioso ogni istante della sua nuova vita
E' il ruolo più bello che abbia avuto occasione di interpretare
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