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INGHILTERRA, FRANCIA, AUSTRIA E IL RISORGIMENTO ITALIANO

Storia



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INGHILTERRA, FRANCIA, AUSTRIA E IL RISORGIMENTO ITALIANO

Dopo aver reso omaggio all'apporto dato dai Savoia al Risorgimento italiano e alla regalitÀ di Francesco e di Maria Sofia di Borbone, prima di accingerci ad esaminare i vari avvenimenti che si susseguirono in Italia dalla rivoluzione francese al 1870, È necessario porre la nostra atten­zione sui vari atteggiamenti politici, assunti di volta in volta dalle potenze europee gravitanti con i loro interessi nel mare Mediterraneo, attorno alla penisola italiana.



Si vedrÀ allora come l'amore patrio di pensatori e di eroi italiani, le doti guerriere o le debolezze di case re­gnanti, l'acutezza d'ingegno di politici, gli entusiasmi e gli odi popolari, venissero di volta in volta utilizzati da Francia e Inghilterra, solo e sempre dal punto di vista dei loro interessi nel mare Mediterraneo. Interessi ben lontani dalle romanticherie e dai romanzi politici con i quali attorno alle suddette Potenze si È sbrigliata la fan­tasia degli Italiani da piÙ di un secolo ad oggi.

Francia ed Inghilterra, come del resto l'Austria, nel diciottesimo secolo e poi nel diciannovesimo, aiutando od osteggiando il movimento risorgimentale dell'Italia, hanno solo e sempre mirato ad un unico scopo, che È questo: fare cose utili alla propria potenza.

E cosÃŒ vedremo la stessa Inghilterra e la stessa Fran­cia favorire o meno l'UnitÀ d'Italia osteggiandosi fra di loro; e vedremo l'una o l'altra di queste due potenze identificare talvolta i propri interessi con quelli della stessa Austria, nemica del Risorgimento Italiano.

In politica non c'È posto per la poesia e il romanti­cismo. Talvolta anche i poeti si sono commossi esaltando o denigrando atteggiamenti politici altrui; ma si tratta di poeti e appunto perché tali vedevano le cose dietro il velo del sentimento. Ma sollevando tale velo, la realtÀ politica, ossia il freddo e cinico interesse altrui, appare nella sua cinica e disumana realtÀ.

L'Inghilterra al Congresso di Utrecht, che nel 1713 aveva messo fine alla guerra di successione di Spagna, volle che al principe di Savoia venisse dato il possesso della Sicilia (poi cambiato col possesso della Sardegna) col titolo di re. E questo affinchÈ sulle Alpi occidentali ci fosse uno stato forte abbastanza per ostacolare una espansione della Francia verso la penisola italiana.

Nello stesso tempo perÃ’ l'Inghilterra seguiva una poli­tica filoasburgica, per favorire l'allargamento del potere austriaco in casa nostra, ostacolando cosÃŒ la potenza dei regnanti borbonici giÀ padroni della Spagna e della Fran­cia e quindi del Mediterraneo.

In appresso, durante la guerra dei sette anni, quando cioÈ si verificÃ’ un riavvicinamento franco-austriaco, l'In­ghilterra cercÃ’ di attirare la Spagna nella propria area politica col miraggio di aiutarla a farle riprendere il pos­sesso delle provincie italiane passate all'Austria.

L'Inghilterra, poi, ridivenne amica dell'Austria durante le guerre napoleoniche sostenendo contemporaneamente i Borboni di Napoli per l'evidente necessitÀ di poter usare i porti meridionali per la  sua flotta mediterranea.

Dopo la caduta di Napoleone si vide, al Congresso di Vienna, l'Inghilterra sostenere efficacemente l'ingrandi­mento del Piemonte, mediante l'assorbimento della re­pubblica di Genova, e nello stesso tempo sostenere il consolidamento della potenza Austriaca in Italia.

L'ingrandimento del Piemonte favoriva la compattezza di tale Stato che doveva costituire una barriera all'espan­sione francese e con la scomparsa della repubblica di Ge­nova (che aveva a suo tempo ceduto la Corsica alla Fran­cia) si toglieva un punto di appoggio agli eserciti francesi.

D'altra parte la Francia, se pure non volle avere un atteggiamento favorevolissimo all'ingrandimento del Pie­monte, finÃŒ di vederlo con un occhio non malevolo, con­siderando il regno di Sardegna un utile ostacolo ad una ulteriore avanzata austriaca verso le Alpi occidentali.

Nel trentennio susseguito ai Trattati di Vienna, l'azio­ne politica dell'Austria della Francia dell'Inghilterra nella penisola Italiana fu la seguente: Austria e Francia si fron­teggiavano e l'Inghilterra fiancheggiava l'Austria in fun­zione antitaliana.

CosÌ quando nel 1821 si ebbero i moti liberali prima a Palermo, a Napoli e poi in Piemonte, l'intervento delle truppe austriache nei due Stati fu appoggiato dal governo britannico. Lo stesso fece l'Inghilterra nel 1831 quando le truppe austriache fiaccarono i moti della Romagna e nei Ducati, mentre la Francia assisteva passiva disilludendo cosÌ i liberali che contavano su un intervento francese, almeno politico, in loro favore.

D'altronde la conquista dell'Algeria da parte della Fran­cia non aveva certo suscitato entusiasmi e consensi inglesi, dato che tale conquista faceva aumentare il prestigio e la potenza francese nel Mediterraneo.

Si iniziÃ’ cosÃŒ una politica antifrancese da parte dell'Inghilterra, mentre la collaborazione anglo-austriaca ap­parve chiarissima dalle stesse dichiarazioni di Mettermeli, ministro austriaco; il quale non si peritÃ’ di affermare che in caso di guerra provocata dalla Francia, l'Inghilterra era stata incaricata di vegliare sulla sicurezza degli Stati italiani e di garantirli contro ogni attacco.

Esposto quanto sopra e sperando di avere dato una abbastanza chiara idea del come si formassero e si modi­ficassero, di volta in volta, simpatie e inimicizie tra le maggiori potenze europee, prima di accingerci ad esami­nare gli avvenimenti svoltisi dal 1848 al 1870, È bene considerare sia la situazione politica che quella economica del regno delle Due Sicilie, ossia dell'Italia meridionale. CiÃ’ perché lo scopo di questo faticoso studio È di ren­dere giustizia ad una parte cosÃŒ importante della nostra Patria, mettendola storicamente nella sua giusta luce, da sempre offuscata da leggende e da falsitÀ, purtroppo tuttora erroneamente ritenute valide da una notevole par­te degli stessi Italiani.



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