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Tutti conoscono la grande importanza del cuore e del suo incessante lavoro per far circolare il sangue onde portare la vita a tutto l'organismo. Osservandolo da vicino, così come appare alla vista, il cuore si presenta come un muscolo cavo, dalla forma simile a quella di una pera, chiuso in un piccolo contenitore chiamato pericardio: questo nome deriva dal latino cardium, che significa cuore, e peri, che significa intorno. All'interno del pericardio c'è un fluido che ne mantiene umide le pareti, impedendo così che facciano attrito con il cuore; la scarsità di questo liquido (pericardite secca) crea dei forti dolori.
Le dimensioni del cuore sono circa quelle di un pugno, più esattamente ognuno ha il cuore delle dimensioni del proprio pugno. Sebbene il fluido vitale scorra costantemente nel cuore, giorno e notte, rapido e costante, questa piccolo organo deve poter disporre di un periodo di riposo; riposo che riesce a concedersi facendo una pausa di cinque decimi di secondo tra una contrazione e l'altra, riuscendo, in questo modo, a riposare quattordici ore su ventiquattro.(35 secondi di riposo al minuto).*
Il cuore è formato da due parti distinte: non vi è infatti nessuna connessione tra il lato destro e quello sinistro; è come se ci fossero due cuori. Ognuna delle due parti si può paragonare ad una pompa, quella di sinistra pompa il sangue ossigenato (in arrivo dai polmoni) in tutto l'organismo, utilizzando l'arteria aorta; mentre quella destra pompa il sangue in arrivo da tutte le cellule del corpo (che il sangue stesso ha ossigenato, ricevendone in cambio tossine e anidride carbonica) nei polmoni, affinché ne sia purificato. Siamo perciò in presenza di due differenti percorsi, ed ognuno di essi viene gestito da una delle due parti del cuore.
E’ chiaro che questo calcolo rappresenta una media, un “più o meno” che dipende dalla fisiologia dei vari individui.
Viene chiamata “grande circolazione” il percorso fatto dal sangue ossigenato ( e quindi arterioso) dal momento in cui parte dal cuore fino al momento che vi ritorna, dopo aver offerto il nutrimento alle varie cellule ed averne raccolto le tossine prodotte dal loro lavoro. Il sangue, uscendo dal cuore, viene incanalato nell'arteria aorta che si dirama prima nei tronchi arteriosi e quindi nei capillari. Attraverso le sottilissime pareti dei capillari, esso cede l'ossigeno alle cellule e ne raccoglie l'anidride carbonica e le tossine, diventando così sangue venoso. Il sangue venoso ritorna quindi al cuore attraverso due grando condotti chiamati vene cave.* E' curioso notare che le arterie hanno questo nome perchè lo scienziato che le scoprì tanto tempo fa ritenne che contenessero aria.
I capillari sono molto corti ed estremamente sottili e delicati; quelli presenti nella zampa di una rana, quando guardati al microscopio, rappresentano una vista molto bella con il flusso del sangue che li attraversa. Nei polmoni umani i capillari sono talmente numerosi che, se potessero essere disposti in linea retta, unirebbero Chicago con Londra. Se si facesse la stessa operazione con tutti i capillari del corpo, si raggiungerebbe invece una lunghezza di molte migliaia di chilometri. Se poi si considerasse l’intero sistema circolatorio (e quindi tutti i vasi, non soltanto i capillari), allora – secondo un calcolo attendibile – si raggiungerebbe una lunghezza media di circa 130.000 chilometri.
*Vena cava superiore e inferiore
Viene definita con questo nome il percorso fatto dal sangue venoso dal momento in cui parte dal cuore fino al momento in cui vi ritorna, dopo aver ceduto l'anidride carbonica e dopo essersi caricato di ossigeno nei polmoni. Uscendo dal cuore, il sangue arriva ai due polmoni utilizzando i due rami dell'arteria polmonare, e poi ritorna al cuore attraverso le vene polmonari.
Abbiamo visto come il cuore sia diviso in due parti distinte tra loro. Ognuna di queste parti è a sua volta divisa in due camere, una sopra e una sotto; la camera superiore viene chiamata atrio e quella inferiore ventricolo. Esistono perciò un atrio ed un ventricolo destro ed un atrio ed un ventricolo sinistro.
Arrivando al cuore, il fluido vitale riempie lentamente l'atrio destro. Alla base dell'atrio c'è una botola formata da tre piccole valvole e perciò chiamata valvola tricuspide. Quando il sangue ha riempito l'atrio destro la botola si apre ed esso inizia a scendere nella parte inferiore, ovvero nel ventricolo destro. Mano a mano che il ventricolo destro si riempie la botola fluttua sulla superficie del sangue e quando il ventricolo è pieno la botola si chiude; è come una porta a chiusura automatica.
Quando la botola si è chiusa, le pareti muscolari iniziano a contrarsi e pompano il sangue che si trova nel ventricolo destro nell'arteria polmonare. Va notato che la botola, essendo chiusa, non permette che il sangue torni indietro nell'atrio da cui è venuto. Una eventuale insufficienza della valvola tricuspide produce delle serie difficoltà quando la persona si sforza fisicamente.
Attraverso l'arteria polmonare il sangue arriva ai polmoni; all’ ingresso ha un colore rosso scuro ma, una volta entrato, acquista un bel rosso brillante, perchè viene privato dalla anidride carbonica e caricato di ossigeno.* Il sangue, così purificato, ritorna al cuore attraverso le quattro vene polmonari andando a riempire l'atrio sinistro.
Anche in quest'atrio c'è una botola, chiamata valvola mitralica, attraverso la quale il sangue può passare nella camera inferiore, ovvero nel ventricolo sinistro. Mentre il ventricolo destro ha le pareti sottili in quanto pompa il sangue soltanto nei polmoni, quello sinistro, invece, ha le pareti molto spesse perché deve pompare il sangue in ogni parte dell'organismo. Il tempo che intercorre tra il riempirsi (diastole)° ed il successivo svuotarsi (sistole)° del cuore, è un tempo ben più rapido di quello impiegato per descrivervi questo processo: ammonta infatti a soli otto decimi di secondo. Si pensi che alla media di settantadue battiti al minuto il cuore fa almeno 4320 battiti orari e, in ventiquattro ore, ne fa 103.680.
La stenosi mitralica è un curioso problema cardiaco (dovuto al malfunzionamento della valvola omonima) che produce un rumore simile al soffio quando il cuore si contrae per svuotarsi.
Diastole: si dilatano – per riempirsi di sangue – i ventricoli, mentre gli altri si contraggono proprio per spingere il sangue nei ventricoli.
Sistole: si contraggono – per spingere fuori il sangue – i ventricoli, ma anche gli altri.
* Questa pulizia e riossigenazione del sangue avviene – mediante il cosiddetto “scambio gassoso”- negli alveoli polmonari, i quali sono circa 300 milioni. Se tutti gli alveoli polmonari ed i capillari che li circondano fossero aperti e distesi, essi coprirebbero una superficie di circa 70 metri quadrati
Quando dormite il vostro cuore continua a battere ugualmente ma più lentamente, mentre, quando provate una forte emozione, può battere molto più rapidamente del normale. Questo accade perchè il ritmo dei battiti viene regolato in modo autonomo dal sistema nervoso del simpatico. Quando questo controllo è disturbato, il ritmo stesso cessa di essere normale e sopravviene un disturbo definito aritmia.
Il lavoro mentale richiede un notevole afflusso di sangue al cervello e, per questa ragione, non dovreste mai mettervi a fare un lavoro mentale (studiare, ecc.) subito dopo aver mangiato. Se lo fate, sia il cervello, che gli organi della digestione, esigeranno sangue contemporaneamente, e ne riceveranno perciò meno del necessario. Anche lo stress e le forti emozioni, influendo sul sistema nervoso, possono produrre delle alterazioni al funzionamento di questa piccola pompa (nevrosi cardiache e vascolari); tali alterazioni, qualora non curate, potrebbero creare delle lesioni o delle modifiche nella struttura fisica del cuore.
I detti popolari sono molto eloquenti sul potere delle emozioni sul funzionamento cardiaco, ne citiamo due molto espliciti: 'Mi scoppia il cuore per la gioia - Mi si spezza il cuore dal dolore'. Se ne deduce che già da molto tempo si è riscontrato come il ritmo abituale del cuore venga disturbato, e non poco, dalle emozioni. Coloro che non si fanno vincere dalle emozioni, riuscendo a conservare un buon controllo e dominio su di sé, fanno certamente qualcosa di positivo per il proprio cuore (specialmente quando riescono a dominare le emozioni negative); coloro che invece si fanno troppo trasportare dalle emozioni, oppure le reprimono senza averne un autentico controllo, si pongono in una condizione pregiudiziale per il loro cuore che, al limite, potrebbe perdere stabilmente il ritmo regolare dei suoi battiti. A livello simbolico, queste aritmie non sarebbero altro che un richiamo a prestare ascolto alle esigenze di equilibrio di questo piccolo organo.
Il malato di nevrosi cardiaca è invece soggetto ad una perenne preoccupazione per i battiti del proprio cuore anche se esso non presenta alcun problema. E' interessante come questa malattia costringa la persona a prestare una costante e timorosa attenzione al cuore fisico, mentre, forse, dovrebbe prestare maggior attenzione a come gestisce i rapporti personali e l'amore, di cui il cuore rappresenta la miglior simbologia.
Il sofferente di angina pectoris potrebbe invece meditare sul fatto che “angina” significa strettezza* e sul significato del detto popolare 'avere un cuore indurito'. Simbolicamente ci si trova di fronte ad un restringimento (indurimento) di cuore causato da chissà quali drammi o tensioni. Comunque una presa di coscienza responsabile in questo senso, e magari un perdono concesso con tutto il cuore, potrebbero essere validi elementi per facilitare la guarigione.
Nel senso di “costrizione”; il dolore dell’angina pectoris, infatti, è di tipo costrittivo
Per essere veri amici del vostro cuore dovreste poter rispondere 'no' a tutte queste domande. Per ogni risposta affermativa la vostra amicizia diventa sempre minore.
- Ho difficoltà a manifestare le mie emozioni? (Nel senso di repressione senza un
autentico autocontrollo);
- Riesco ad amare soltanto coloro che mi amano?
- Mi è difficile perdonare e dimenticare le offese ricevute?
- Durante il riposo il mio cuore supera i 75 battiti al minuto?
- Peso più di 8 chili del mio peso ideale?
- Fumo più di cinque sigarette al giorno?
- Riposo in modo completo e sufficiente?
- Mangio fritti, salumi o utilizzo spesso la carne?
- La mia pressione supera 140/90?
Il viaggio del fluido vitale, carico di ossigeno, nutrimento ed acqua per tutte le cellule dell'organismo, inizia quando dal cuore viene pompato nell'arteria aorta. Se l'aorta venisse recisa la vita cesserebbe istantanea-mente, se invece fosse recisa una delle altre arterie il sangue uscirebbe assai velocemente dal troncone più vicino al cuore: premendo perciò fortemente al di sopra della ferita, si potrebbe tentare di interrompere l'emorragia.
Siccome il fluire del sangue è strettamente legato al tipo di lavoro svolto dall'organismo un lavoro pesante farà accelerare i battiti cardiaci. Questo fatto permette di conoscere se qualche cibo è difficile da digerire, basterà misurare quanti battiti al minuto fa' il cuore prima e dopo aver mangiato. In una persona sana, un cibo normale fa aumentare da da tre a cinque le pulsazioni al minuto, un cibo pesante le aumenta invece da otto a quindici.
La vita di ogni cellula dell'organismo dipende dal sangue. Di solito pensiamo ad esso come ad un fluido denso, rosso e piuttosto sgradevole alla vista, tanto che alcune persone non riescono a sopportarla. Questo accade perché il sangue non è stato concepito per essere guardato; scorrendo all'interno del corpo, attraverso le vene e le arterie, esso porta vita e salute; scorrendo fuori del corpo, attraverso una ferita, esso porta debolezza e morte. Se le persone che sono disturbate al vederne poche gocce lo potessero vedere mentre scorre all'interno del corpo, attraverso le arterie e le vene, osserverebbero una tal meraviglia che il loro senso di fastidio scomparirebbe immediatamente.
Esaminato da vicino, il fluido vitale è in realtà molto bello; potete rendervene conto guardandone una goccia al microscopio. Osservate innanzitutto quelle piccole processioni in movimento costituite da organismi circolari, a forma di biscotto, che sono tutti allineati uno di fianco all'altro, si tratta delle emazie o globuli rossi. Il globulo rosso è anche detto “eritrocita”.
Al microscopio questi globuli non appaiono molto rossi, ma di un pallido color rossastro. Sono talmente piccoli che, mettendone trecento uno accanto all'altro, raggiungerebbero la lunghezza di un solo millimetro e, per raggiungere l'altezza di un millimetro, ne dovremmo porre 500 uno sull'altro. Il colore dei globuli rossi deriva da una sostanza colorante chiamata emoglobina.* Nei polmoni questa sostanza si combina con l'ossigeno e trasforma il colore del sangue da un rosso piuttosto smorto e scuro a un rosso brillante. Una marcata carenza di globuli rossi e/o di emoglobina, da luogo ad una disfunzione chiamata anemia.
Oltre ai piccoli globuli rossi si possono vedere anche delle cellule di grandi dimensioni, si tratta dei leucociti o globuli bianchi. Questi globuli non sono numerosi quanto quelli rossi: per ogni settecento globuli rossi, ce n'è soltanto uno bianco. Essi svolgono un compito molto importante: potremmo definirli come dei poliziotti che viaggiano nel sangue controllando che non vi entri nulla di pericoloso. Quando ci sloghiamo una caviglia, o una scheggia ci entra in un dito, la parte colpita comincia immediatamente a far male e gonfiarsi a causa dell'affluire del sangue in quella zona del corpo, i globuli bianchi accorrono infatti a migliaia per distruggere i germi e proteggere la parte. A volte può accadere che per qualche disfunzione, i globuli bianchi si riproducano più del necessario, pur non raggiungendo una crescita completa, questo crea una seria complicazione definita leucemia.
Oltre ai globuli bianchi e rossi, vi sono nel sangue degli elementi piccolissimi e rontondeggianti, chiamati piastrine, che hanno un ruolo importantissimo nella coagulazione in caso di ferite. La mancanza di piastrine crea dei seri problemi in caso di ferite in quanto esse possono dar luogo a pericolose emorragie.
Circa l'ottanta per cento del sangue è fluido, questo fluido viene chiamato plasma sanguigno. Quando la pelle viene tagliata, o graffiata, il sangue fuoriesce rapidamente ed è rosso brillante. Nell'arco di cinque minuti diventa più denso, scorre più lentamente e diventa di un rosso più scuro, quindi il flusso si interrompe del tutto. Si è formato quello che si definisce un grumo, questo è il mezzo con cui la natura, tramite le piastrine, chiude le ferite.
Ma l’emoglobina non è soltanto una sostanza colorante; essa infatti è il più importante componente del globulo rosso, e la sua principale funzione consiste nel trasportare l’ossigeno dai polmoni a tutti i tessuti e le cellule del corpo.
Nella manutenzione dell'organismo nulla è più importante di un sangue puro e pulito, onde rifornire i miliardi di cellule con cibo sano e nutriente. Se il sangue trasporta veleni anziché cibo; fumo o aria inquinata anziché ossigeno; energia da luce artificiale anziché quella del sole; alcool e altre bevande dannose invece di acqua pura e fresca…le cellule, anziché nutrite, sono avvelenate; diventano deboli, malate e prive di difese e spesso sono destinate a morire.
Si intende per arteriosclerosi* l'indurimento e l'ispessimento delle pareti delle arterie. Dal 1950 fino a non molto tempo fa era convincimento generale che questa malattia fosse dovuta ad un eccesso di colesterolo. Si era però appurato che il sale, il fumo, lo stress e l'inattività fisica erano e sono anch’ essi degli elementi determinanti per l'insorgere di tale malattia.
Oggi si è compreso che il problema inizia con la lacerazione delle pareti interne delle arterie. Questa lacerazione viene colmata con una eccessiva produzione di cellule, le quali non solo prolificano in modo anomalo, ma trattengono il colesterolo. Queste colonie di cellule anomale creano un restringimento dell'arteria, rendendo difficile il normale fluire del sangue, il solo restringimento non è però sufficiente a determinare un infarto.
La forma più frequente di arteriosclerosi è l’arterisclerosi.
Quando si parla di infarto, si intende l'occlusione di un condotto sanguigno che non permette più al sangue di giungere a qualche tessuto. Perchè l'infarto possa sopravvenire, è necessario che il sangue sia così denso da generare un grumo e che questo non riesca più a passare a causa dell'arteria ristretta e della sua mancanza di elasticità. Se il grumo di sangue non permette al sangue di raggiungere i tessuti del cuore sopravviene una condizione assai pericolosa che prende il nome di infarto miocardico.
Questo problema è dovuto alla difficoltà che il sangue incontra quando deve attraversare dei condotti ristretti o che hanno perso la loro normale elasticità.
L' età avanzata, il nervosismo, la stitichezza, le tensioni emotive, lo stress e l'eccesso di cibo e disale, come pure la mancanza di esercizio fisico sono tutti fattori che tendono ad innalzare la pressione. Già nel 1965 Il Dr. Hartrof sottolineò la stretta relazione tra dieta e pressione, affermando che l'eccesso di sale e zucchero nella dieta dei bambini li predispone a questo tipo di malattia.
Psiche e pressione
Il sangue ed i condotti che lo veicolano nella sua circolazione, possono essere interpretati come l'espressione vitale di un individuo o come ciò che si oppone a tale espressione. A livello simbolico si potrebbe dire che una persona con la pressione troppo bassa non dimostra certo di voler superare i propri confini. I mezzi utilizzati per far fronte a questo problema sono tutti apportatori di energia (esercizio fisico, ecc.), ma, se non si applicano le proprie risorse interiori, tali mezzi non potranno mai apportare un duraturo giovamento.
In una situazione di sforzo è normale che la pressione si alzi; si è però appurato che ciò accade anche a causa dell'immaginazione: chi vive in uno stato conflittuale, e non può liberarsi con azioni fisiche, tende perciò a restare in uno stato di pressione continua; pressione che cercherà di scaricare in altre direzioni (anche all’interno di se stessi) ponendovi, a volte, persino troppa energia.
Sembra che l'ipoteso sfugga ai suoi problemi; e che l'iperteso usi invece per altri scopi l'energia che dovrebbe impiegare nel risolverli. Per aumentare la pressione ci vorrebbe un attimo di grinta in più, per diminuirla bisognerebbe eliminare l'aggressività (o autoaggressività) repressa, evitando la carne macellata ed imparando ad accettare gli altri per quello che sono.
AMICA:
una dieta ricca di vitamina E (si trova nelle
verdure a foglia verde, nei
cereali integrali e
nel germe di grano);
NEMICO: il vizio del fumo associato ad una dieta ricca di sale, zuccheri e grassi;
AMICO: il grasso vegetale (olio d'oliva, di semi, ecc.);
NEMICO: il grasso animale (burro, panna, ecc.);
AMICI: la carne bianca, lo yogurt e i formaggi magri e soprattutto il pesce;
NEMICI: il salame, la carne rossa e i formaggi grassi;
AMICI: il lievito di birra e la lecitina di soia;
NEMICI: il sale e l'alcool in genere;
AMICO: l'utilizzo di aglio e peperoncino rosso. Ed anche di cipolle;
NEMICO: il
condimento cotto con i cibi (aggiungerlo a fine
cottura);
AMICI: le scale ed un programma di ginnastica leggera;
NEMICI: l'ascensore ed il poco movimento;
AMICI: il perdono, la calma, la pazienza e la comprensione;
NEMICI: l'odio, il rancore, l'agitazione e lo stress.
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